Notturni di versi – tiriamo le somme

cropped-immagine_sito_infinito.jpgCirca 120 invitati tra poeti, artisti, attori, musicisti che, nell’arco di 9 serate, hanno calcato il palco (o meglio le pedane) dell’edizione numero 15 di Notturni di versi. Un’edizione che al suo interno ha avuto il Po.P.S. numero 8, divenuto a nostra insaputa uno dei più longevi poetry salm d’Italia (a quanto ci dicono gli esperti del settore) e l’edizione numero 11 di Libri di versi che ha portato al Museo Nazionale Concordiese di Portogruaro quasi 200 persone, nonostante un’ora prima dell’inaugurazione la furia del maltempo avesse allagato le strade e ricoperto Portogruaro di una coltre di grandine, costringendoci a trovare un provvidenziale riparo nella sala delle colonne del Collegio Marconi per il reading serale. 8 diverse locations per un totale di 12 eventi e tanto pubblico, nuovo o affezionato, ma soprattutto attento e coinvolto. Sono questi solo alcuni dei numeri del festival di quest’anno. Non sappiamo se combinandoli tra loro, secondo qualche strana proprietà matematica, si possa tendere a quell’infinito che era il tema conduttore di quest’anno, sappiamo però che questi numeri testimoniano di un’edizione pienamente riuscita, ma non solo, anche di un lavoro costante nel tempo, portato avanti con passione e che ha fatto di Notturni di versi il piccolo grande festival che è diventato dopo quindici anni. Ma, al di là dei numeri, ciò che con più chiarezza ci fa pensare che nel corso di questi anni ci siamo mossi nella direzione giusta è il sorriso degli invitati, i loro ringraziamenti sinceri per l’accoglienza ricevuta, i complimenti per l’organizzazione e la qualità degli eventi, e, molto spesso, anche il loro stupore per l’attenzione di un pubblico composto in gran parte di non poeti (una rarità nelle manifestazioni di poesia) che viene agli eventi di notturni di versi proprio per ascoltare poesia. È questa cifra umana probabilmente il tratto che distingue il nostro festival, e che testimonia del nostro modo di concepire e proporre la poesia, l’arte e la cultura in genere come la possibilità di un incontro, la possibilità di andare oltre i confini dell’egoismo rancoroso in cui sempre più la nostra società sembra essere barricata in questi tempi bui. Notturni di versi è un’occasione di incontri, di confronti, di collaborazioni e amicizie che nascono o che si riconfermano. Ed ecco che allora, a volte, accade l’inatteso, come l’incursione di un Allen Ginsberg redivivo, sceso dai Colli Euganei fino a Notturni di versi a causa di incomprensibili cortocircuiti di Google e impossessatosi del microfono per recitare un flusso infinito di versi neri sul nero. Succede anche questo a Notturni di versi.

Certo la soddisfazione non può cancellare le fatiche dell’organizzazione, i rapporti con amministrazioni molto spesso sorde (ma non sempre, è giusto dirlo), le difficoltà di far quadrare i magri conti, gli invitati da sostituire all’ultimo momento perché bloccati dalla macchina burocratica degli esami di stato o da febbri improvvise, le pedane e le sedie da spostare, i patemi per il meteo da esorcizzare scrutando i moti delle perturbazioni multicolori su app che non sempre combaciano col cielo sopra le nostre teste. È tutto questo che ci fa dire che basta! Il prossimo anno non ci caschiamo più, si chiude in bellezza, ma lo giuriamo e spergiuriamo questa è proprio l’ultima quindicesima edizione di Notturni!

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *